
Anno del concorso: 2004 (finalista)
Architetto: David Chipperfield Architects, Ferruccio Izzo (AI&P)
Cliente: Regione Campania
Superficie: 1 700 mq
Strutture: Studio Modena
Impianti: Aniello Castaldo (AI&P)
Maggiori Info
Con la parziale distruzione della chiesa barocca, i resti del tempio romano sono stati riportati alla luce. Questa nuova preziosa condizione deve essere conservata ed integrata nell’ambito del progetto. Un’ulteriore distruzione della fabbrica per ottenere una maggiore evidenza storico-documentale del Tempio di Augusto, o del Tempio Italico, è discutibile e dovrebbe essere evitata. Diversa è la situazione per quanto concerne le strutture più recenti quali il basamento, la trave e le integrazioni in calcestruzzo, le vetrate tra il tempio romano e il coro della chiesa barocca. Infatti, queste componenti fanno parte del più recente progetto di restauro e vanno messe in discussione a vantaggio dei frammenti del tempio romano o della chiesa barocca o anche del nuovo impianto di progetto. Tuttavia se la loro eliminazione danneggiasse la fabbrica storica, allora dovrebbero comunque essere conservate. Il nuovo progetto riordina i frammenti esistenti ed aggiunge quelle componenti mancanti al fine di ricostituire il duomo sulla base dei dettami del Concilio Vaticano II. Considerando che il progetto va ben oltre il restauro coordinato dei frammenti esistenti, appare necessaria una nuova idea spaziale che allo stesso tempo integri e tenga insieme le complesse condizioni del monumento. Noi proponiamo una sequenza di spazi che renda possibile risposte diversificate ma appropriate alle diverse istanze dell’impianto romano e dell’impianto barocco. Quindi, questa composta sequenza di spazi altamente articolati, nel suo insieme, genera un terzo progetto: la nuova cattedrale. La strategia del restauro e gli interventi strutturali seguono questo concetto e rispondono adeguatamente alle condizioni del monumento. Mentre le parti barocche richiedono maggiori interventi di restauro, i frammenti del tempio romano possono essere conservati nella loro essenzialità archeologica, eliminando il carattere aggressivo degli eccessivi interventi in calcestruzzo. Le vestigia del tempio romano diventano così frammenti preziosi nella nuova struttura della chiesa. Nell’ambito dell’attuale sistemazione urbana, come anche nella struttura composita dell’edificio esistente (che risulta da un lato strettamente connessa al palazzo del Vescovo e dall’altro inglobata, attraverso il coro, in una struttura domestica), è difficile ottenere una presenza emergente del Tempio-Cattedrale. Tuttavia l’articolazione dei nuovi volumi suggerita anche dall’orografia, consente alla Cattedrale di sottolineare il carattere di acropoli del Rione Terra. L’equilibrio ed il carattere neutrale ma scultoreo dei nuovi volumi si riflette nella scelta del materiale che offre una certa continuità con il tufo della rocca. Laddove la muratura in tufo non è compatibile si prevede l’utilizzo di un composto di aggregati lapidei con calcare, tufo e leganti cementizi. La nuova sequenza spaziale è caratterizzata da: La piazza Un nuovo spazio urbano viene creato di fronte all’ingresso principale esistente non ricostruendo l’insula 10. Questa piazza esalta il rapporto della Cattedrale con il suo contesto urbano ed offre inoltre, una magnifica apertura prospettica verso il mare. Il nartece Il volume della cappella, adiacente alla rovina della facciata barocca, sarà riportato alla sua altezza originale. Questo, insieme con il nuovo Battistero, formerà il nartece, che integrerà l’originaria porta d’accesso aprendosi sulla piazza. Il pavimento del nartece si attesta allo stesso livello della chiesa barocca. Da qui una gradinata conduce alla navata che ripristina il calpestio del tempio romano. La Sacrestia sarà restaurata per ospitare la Sacrestia principale consentendo l’accesso delle processioni alla navata. Il corpo scale perduto sarà ripristinato di fronte alla Sacrestia e servirà la nuova torre campanaria. I frammenti delle cappelle barocche e la facciata storica saranno completati solo nella loro forma recuperando quanto possibile della partitura decorativa. La navata La navata coinciderà con l’area del tempio romano. La presenza fisica dei frammenti romani appare più evidente di ciò che resta della struttura barocca. L’impianto romano risulta abbastanza resistente da consentire l’innesto di una nuova costruzione sia in termini visuali che strutturali. Infatti esso è ormai parte integrante di una solida struttura in calcestruzzo che andrebbe conservata per evitare ulteriori danni. I due nuovi volumi riflettono le diverse condizioni spaziali del pronao e della cella. Il volume contenuto all’ interno del pronao offre un accesso laterale alla chiesa, dalla corte di fronte al palazzo vescovile e sul lato opposto una vista verso il “giardino archeologico”. Il perimetro della cella definisce l’ambiente principale della navata che è enfatizzato dalla notevole altezza e dalla concentrata luce zenitale. Il coro Il nuovo coro, con il nuovo altare, l’ambone, gli stalli e la cattedra si protende nello spazio del coro barocco che appare oggi in condizioni molte degradate e sarà restaurato. Le sue superfici saranno recuperate e parzialmente ripristinate insieme all’adiacente cappella che ospiterà il tabernacolo. L’organo sarà integrato nel coro barocco offrendo un’ottimale ubicazione per la musica liturgica. La sala Capitolare conserverà l’accesso dal coro. Le sue superfici che sono in buone condizioni, saranno restaurate per garantire la migliore conservazione degli affreschi. Il livello ipogeo ed il “giardino archeologico” Ai lati del nuovo coro una scalinata conduce al livello ipogeo e consente la fruizione del “giardino archeologico” all’interno del recinto romano. Il giardino offre una suggestiva vista delle vestigia del tempio romano. Il ritorno in situ della tomba di G.B. Pergolesi è auspicabile e potrebbe essere ubicata nel giardino. La cripta della cattedrale è di fatto un passaggio relativamente stretto tra la base del tempio in marmo e la massa di tufo del podio repubblicano: il riuso dello spazio, in un certo senso più isolato e tranquillo, posto in prossimità della estremità nord della cripta potrebbe ivi consentire la localizzazione di una piccola cappella.


