Data del concorso: 2015 (finalista)
Architetto: Ferruccio Izzo (AI&P)
Maggiori Info
L’area interessata dal progetto si trova nel settore nord-ovest della città di Roma, oltre il Grande Raccordo Anulare; qui «il paesaggio ha una sua specificità che lo distingue da quello della più classica campagna Romana ad oriente della città. Tale identità nasce dalle caratteristiche morfologiche del territorio tipiche dell’Etruria meridionale, la cosiddetta riva etrusca, antico termine con il quale si distingueva la riva destra del Tevere caratterizzata da forre alternate ad altopiani. Si tratta di un territorio, chiaramente definito sulla base delle caratteristiche morfologiche disegnate dalla rete idrografica, che ancora conserva, nonostante vari fenomeni sparsi di urbanizzazione consolidati e in atto, un’alta qualità paesaggistica. Indipendentemente quindi dai vincoli di legge attualmente operanti sul delicato sistema di paesaggio in questione – che ricade all’interno del Piano Territoriale Paesistico 15/7 di Veio Cesano, che classifica l’area come zona a Tutela Limitata – vi è un imprescindibile necessità di considerare con grande attenzione e consapevolezza l’impatto dell’opera sul contesto paesaggistico esistente. Il principio insediativo e morfologico che sostiene tutto il progetto di ampliamento della St George’s School assume la condizione naturale del sito, la sua forma e la posizione dei suoi confini come base del radicamento nel luogo. La sagoma planimetrica del nuovo edificio è dettata dall’andamento del confine dell’area a disposizione, che, posta entro la distanza di cinque metri dai confini, viene occupata totalmente dall’ampliamento, con la successione dei corpi di fabbrica dell’auditorium e del blocco di aule e uffici del Sixth Form Centre che si distendono lungo la direttrice nord-est/sud-ovest del lotto disponibile. In posizione di cerniera tra l’auditorium e il nuovo blocco di aule e uffici, un ampio snodo a cielo libero costituisce il raccordo fra i due nuovi edifici. Questo snodo è anche uno dei poli estremi del collegamento rettilineo previsto per collegare l’edificio principale esistente con il nuovo ampliamento. Il collegamento, in forma di porticato libero sul lato nord est– una sorta di Stoà, tipologia architettonica che più di altre nella storia ha espresso l’esigenza di comunicare e condividere, quindi estremamente adatta a caratterizzare un edificio scolastico – ha anche il compito di risolvere il salto di quota esistente tra i due livelli dello spazio esterno compreso tra l’edificio principale esistente e l’ampliamento. Il profilo volumetrico dell’auditorium, col piano inclinato della copertura, prosegue ed esalta il pendio esistente che delimita il lotto sulla via del Cenacolo, dove la scarpata coincide con l’area sottoposta a vincolo archeologico. Una copertura inclinata, ma con pendenza opposta rispetto a quella dell’auditorium, sovrasta parte del nuovo blocco di aule e uffici, dando forma ad un unico complesso edilizio fortemente riconoscibile proprio in virtù della geometria dei volumi che lo compongono: volumi che sembreranno scaturire – quasi spinti da una forza tellurica sottostante – direttamente dal suolo più che poggiarsi su di esso. La sequenza dei nuovi spazi si snoda secondo una linea narrativa chiara (Edificio principale/nuovo percorso di connessione/atrio/nuovo auditorium/nuovo blocco aule e uffici) in cui tutte le diverse parti sono chiaramente distinguibili ma nello stesso tempo sono elementi di un unico sistema.